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Marco Arcieri è un interprete della musica di Chopin, unico nella sua esclusiva focalizzazione sulle opere del grande compositore polacco.

È nato a Roma dove ha compiuto i suoi studi musicali, prima alla Filarmonica Romana sotto la guida del Maestro Mons. Pablo Colino, poi con alcuni dei più importanti pianisti in Italia e all’estero.

Già considerato fin da piccolo un gran talento musicale, ha seguito anche un’altra passione, quella dell’ingegneria. Coltivando costantemente l’approfondimento di Chopin, si è dedicato anche alla progettazione fino a quando, pochi anni fa, ha deciso di concentrarsi a tempo pieno sulla musica, iniziando così la sua attività di concertista.

Riconosciuto subito come sensibile e raffinato interprete, Marco Arcieri ha eseguito, come unico solista, la completa opera pianistica di Chopin nel Castello dell’Imperatore di Prussia a Berlino e ha suonato il repertorio Chopiniano in diverse città del mondo tra le quali Amburgo, Madrid, Milano, Roma, Parigi, Londra e Vienna.

Nel 2021, si è esibito in due importanti concerti a Roma, al Teatro Olimpico e alla Filarmonica Romana su richiesta del Maestro Pablo Colino per celebrare il compimento della sua lunga carriera di musicista, di Maestro di Cappella Emerito del Vaticano e di Maestro dei cori della Filarmonica Romana.

Ha dedicato la sua vita musicale allo studio di Chopin, immergendo se stesso così tanto nella sua personalità e nel suo carattere che, quando ne suona la musica, si sente in casa propria: Chopin è diventato una parte essenziale della sua esistenza.

Marco Arcieri studia i testi musicali chopiniani sul suo Pleyel del 1845 identico a quello su cui Chopin compose e suonò: questo gli permette di ascoltare quella musica con la stessa sonorità, gli stessi colori e gli stessi timbri che il compositore riceveva al proprio orecchio e al proprio cuore.

Il Pleyel che Marco Arcieri suona per provare i pezzi è stato restaurato da lui stesso smontando completamente la meccanica, molto diversa dagli attuali pianoforti. 

Chopin è una parte essenziale della MIA esistenza.

Così come Chopin descrive il pianoforte come il suo “secondo io”, anche io, quando mi siedo al pianoforte, divento un tutt’uno con il mio strumento.

Ho dedicato la mia vita musicale allo studio di Chopin, ho immerso me stesso così tanto nella sua personalità e nel suo carattere che, quando ne suono la musica, mi sento a casa mia.

Studio sul mio Pleyel del 1845 come quello su cui Chopin compose e suonò: questo mi permette di ascoltare quella musica con le stesse sonorità, colori e timbri che il compositore riceveva al proprio orecchio e al cuore.

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